VISIONI D'IMPRESA
31 marzo 2012
Armando Splendorini, l’uomo dai grandi sogni
di Diego Aristei
“Nutrire il corpo e lo spirito dell’uomo del terzo millennio”. Ha un sogno ancora da realizzare Armando Splendorini, mente creativa della Splendorini Molini fondata nel 1700 e recentemente premiata dal Registro delle imprese storiche della Camera di commercio, insieme ad altre 150 aziende italiane come le più longeve che, coniugando innovazione e tradizione ma anche appartenenza alla comunità, hanno accompagnato la crescita del sistema economico italiano. Armando Splendorini è un uomo che ha fatto dell’etica, dell’istinto, della voglia di vivere, dell’amare, dello svolgere un lavoro appagante, del contribuire al bene del proprio paese la propria missione di vita. Insieme alla moglie Iris (si dice che dietro a un grande uomo c’è sempre una grande donna) e ai figli Nicola e Emanuela ha superato anche prove difficili e ne è uscito ritemprato, più forte di prima. A questo imprenditore, nato 70 anni fa a Gioiello, un paese nel comune di Monte Santa Maria Tiberina, alle porte di Umbertide, piace ripetere le parole di Oscar Wilde: “Nella vita i sogni devono essere grandi affinché non si perdano di vista quando si perseguono”. Il sogno del mugnaio del Gioiello, come il titolo del libro che Splendorini sta preparando. La sua impresa è un fiore all’occhiello, curata nei minimi particolari. Nel 1700 entra in funzione il molino, negli anni ‘50 del secolo scorso l’azienda, grazie al papà Tommaso, cessa la molitura del grano mediante le macine di pietra ad acqua e a vapore e inizia la molitura con molini a cilindri azionata da energia elettrica. Ma siamo solo all’inizio del viaggio. Dalla metà degli anni ‘70 il trentenne Armando dà nuovo impulso all’impianto che viene utilizzato per la macinazione degli scarti provenienti dall’industria alimentare con l’obiettivo di ottenere un mangime complementare ad uso zootecnico. In azienda, intanto, arriva il giovane Nicola che nel 2009 avvia la produzione, sotto il nome di Ecopartner, di materia prima per uso energetico chiamata Bio2 da utilizzare insieme alle feci animali per aumentare la produzione resa in metano e quindi di energia. Insomma, la forza unita alla testardaggine hanno fatto sì che Armando Splendorini grazie a geniali riconversioni fosse sempre in prima linea nella produzione anticipando i tempi ma soprattutto la concorrenza. “Tutto quello che è destinato alla discarica – dice – noi riusciamo a lavorarlo, ripulirlo. Adesso operiamo non solo la carta, il ferro, la plastica ma anche il vetro”. Ma l’avventura della secolare azienda non si ferma. Lo scorso anno è stata attivata una nuova unità produttiva con l’insegna “Sanialimenti 2535” nella stessa località dove tre secoli prima entrava in funzione il molino di Gioiello realizzando così un ritorno alla vecchia attività molitoria ma con tecnologie innovative. Armando e Nicola hanno ripreso la sperimentazione e ricerca attinenti alla coltivazione del grano. Ecco il sogno del mugnaio di Gioiello: con specifico bio – compost e grazie all’agricoltura biologico – industriale, poter utilizzare i chicchi più piccoli per ricavare della linfa con cui realizzare una macinazione non a palmenti ma a umido dei chicchi di grossa dimensione e produrre, previa liofilizzazione, non una farina ma un componente per la produzione di alimenti e bevande con caratteristiche equiparate in tutto e per tutto alla pappa reale. “È un’idea partita nel Malawi che voglio realizzare – spiega Splendorini. – Produrre alimenti e bevande equiparabili alla pappa reale per nutrire il corpo e lo spirito dell’uomo del terzo millennio. Credo che non sia un caso che uno sciame di api con la loro regina si sia posato sulla pianta all’interno dell’area provvisoria dove ha sede “Sanialimenti 2535”. Il perché di questo numero? “È la somma derivante da 17 marzo 2011, ovvero la data di iscrizione alla Camera di commercio di Perugia in occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia. 311 anni, poi sono l’attività della Splendorini Molini, 40 l’unione di matrimonio con mia moglie, dopo tre anni dall’inizio della produzione della materia prima seconda per uso energetico. La somma, come detto, fa 2535”. Tre sono i punti fondamentali della filosofia e del progetto di Sanialimenti. “Intanto – spiega il suo ideatore – avere la certezza che nel mondo possa finalmente scoppiare la pace ridistribuendo a ogni abitante del pianeta quei centomila dollari che oggi si spendono per la guerra al fine di mantenere la pace. L’innovativa coltivazione e lavorazione del grano contemplata nel processo – aggiunge Splendorini – trasformeranno ogni chicco del medesimo in altrettante pepite di oro verde le cui peculiarità uniche salutari possono annoverarlo tra i veri beni – rifugio dove ogni cittadino può affidare i propri risparmi in sostituzione dell’oro. Infine, diventando la pappa reale e altri sani alimenti veicolo non solo di garanzia di tutti i prodotti a marchio autentico made in Italy, questo farà sì che abbinando un innovativo sistema di commercializzazione si possa non solo rilanciare tutta l’economia dell’Italia ridandole la credibilità che aveva un tempo oltre ad attrarre considerevoli investimenti esteri. L’Abbe Pierre, fondatore della comunità Hemmaus diceva: “Quando sei vecchio senti dentro di te come una voce che ti dice. prima di andartene dicci quello che sai”. Questo è Armando Splendorini: geniale imprenditore e fantastico visionario.