STUDI E RICERCHE

31 dicembre 2012

Deruta “città della ceramica”: un patrimonio da salvare

di Antonella Jacoboni, Marta Lillacci Torretti

 Deruta è un noto centro ceramico di importanza nazionale  che oggi lamenta diverse problematiche, si è registrata  negli anni una forte pressione selettiva con una riduzione  del numero delle imprese e degli addetti. Alla base ci sono  cause diverse, esogene, come l’apprezzamento dell’euro  nei confronti del dollaro, ed endogene, come la fragilità organizzativa e produttiva. La mancanza di dati statistici già rilevati è stata motivo della formulazione di un  questionario presentato sotto forma di intervista “face to  face” a un campione di 30 aziende tra le più rappresentative delle circa 130 esistenti nel febbraio 2012. L’obiettivo  di questa indagine è duplice: effettuare un’ analisi aggiornata del distretto ed individuarne le problematiche e  proporre riflessioni per iniziative volte alla conservazione  di un patrimonio locale che rischia l’estinzione. Dalle risposte ottenute si evince che la forma giuridica prevalente  è la Società di Persone, con un numero di dipendenti non  superiore alle 5 unità, inoltre circa il 60% degli imprenditori supera i 50 anni ed attualmente è minacciato il ricambio generazionale.  Le aziende hanno una scarsa qualità organizzativa e il  principale mercato di riferimento è quello domestico. Il  70% ha subito un calo del fatturato nel 2011 e il 35%  prevede di ricorrere alla CIG per il 2012. Il 70% lavora su  commessa e non aumenterà il magazzino, essendo overcapacity per la mancanza di turnover provocata dalla crisi,  metà non parteciperà a fiere per gli elevati costi controbilanciati da risultati incerti. È nulla l’intenzione di aprire  nuovi punti vendita e solo il 23% ha investito nel web  marketing, mentre il 60% forse punterà sull’e-commerce:  è chiaro come la scarsa conoscenza delle ICT, l’immobilismo e l’assenza di strategie market oriented ne moltiplichino le difficoltà. In merito alla ripresa, le aspettative degli imprenditori  sono contrastanti: alcuni non attendono aiuti da nessuno,  pochi confidano in interventi da parte degli enti pubblici  preposti, ed altri sperano in iniziative private di collaborazione tra gli operatori del settore. Si rende prioritaria la presenza di istituzioni in grado di  “prendere per mano” le imprese ed accompagnarle  ad innovare il modello di business, pur mantenendo le proprie peculiarità e il legame  con il territorio, che ne garantiscono l’inconfondibilità su scala internazionale,  senza arrendersi all’omologazione culturale provocata dalla globalizzazione.  Sarebbe interessante promuovere, presso gli operatori turistici, una rete di interazioni tra le botteghe artigiane, il sistema ricettivo e l’enogastronomia; si pensi  all’istituzione di un “Percorso della Ceramica”  su modello di quanto già avvenuto per il  cashmere e in campo alimentare con le “Strade del Vino e dell’Olio dell’Umbria”.  Per assicurare il ricambio generazionale e individuare le risorse umane interessate ad attività come quella del torniante, del pittore,  del grafico, si dovrebbero rafforzare i collegamenti con le scuole e le Accademie di Belle  Arti. La trasmissione dei mestieri è fondamentale per la sopravvivenza di una tradizione artistica secolare, depositaria di conoscenze materiali e immateriali difficilmente replicabili altrove.  La conservazione del patrimonio multiforme delle PMI locali è alla base della tutela dell’occupazione che alimenta  l’economia locale, la stabilità sociale e crea le basi per  uno sviluppo futuro. Una opportunità per il rilancio del  brand “Deruta” potrebbe essere l’istituzione di un laboratorio di R&S, per approfondire lo studio delle tecnologie e  dei materiali, in linea con le tendenze della moda, che si  riflettono sulle esigenze di arredo espresse dai designers e  dalla clientela. La promozione di collegamenti con il Museo Regionale della Ceramica è un’opportunità, così come  la presenza in mercati di nicchia, quali quelli delle gallerie  d’arte, da parte dei ceramisti artisti le cui produzioni si  pongono a metà tra l’artigianato ed il pezzo d’arte. La ceramica artigianale è un bene di lusso e grazie alla sinergia  tra l’abilità dell’artigiano e l’ausilio di tecniche innovative, come la fotoceramica, si possono realizzare manufatti  personalizzati abbassandone il prezzo: si pensi ai gadgets  aziendali per i quali si effettua la riproduzione del logo o  alle bomboniere per eventi.  La differenza di costo rispetto alle lavorazioni tradizionali è giustificata dalla mancanza del “decorato a mano”,  tuttavia, essendo la percezione del rapporto tra qualità e  prezzo di un bene soggettiva, si ritiene razionale offrire  prodotti diversi a prezzi diversi, ponendo i consumatori  nelle condizioni di compiere una scelta a fronte della necessaria trasparenza e correttezza. Oggi nel dibattito sulla perdita di competitività dell’economia  italiana, si sottolinea come uno dei problemi  sia la piccola dimensione delle aziende e  la loro insufficiente internazionalizzazione. Una delocalizzazione produttiva è  impensabile, perché responsabile di un  impoverimento del tessuto economico  e culturale locale con effetti devastanti  sull’occupazione, ma la scelta di rimanere  deve essere affiancata da una valida politica di comunicazione e di informazione rivolta  ai mercati mondiali ed avente come oggetto l’unicità dei  prodotti ceramici di Deruta. Ciò favorirebbe l’internazionalizzazione commerciale costringendo gli imprenditori ad una innovazione tecnologica, come l’ e-commerce ,  per attrarre clientela con elevato potere di acquisto, come  quella proveniente da paesi emergenti quali i BRIC.  La sfida delle aziende di Deruta sarà quella di coniugare  la lentezza dello sviluppo locale con la velocità di cambiamento dei mercati globali.

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