RACCONTAMI L'UMBRIA
Why The Next Wine In Your Wine Cellar Should Be A Sagrantino Di Montefalco
Articolo partecipante per la sezione Turismo, Ambiente e Cultura - Raccontami l'Umbria 2016
di Britt Karlsson, Per Karlsson
TESTATA: Forbes.com
DATA DI PUBBLICAZIONE: 17 Agosto 2015
Ecco perché il prossimo vino della vostra cantina dovrebbe essere un Sagrantino Di Montefalco
L'Umbria è una bellissima zona d'Italia. Ho già sentito i vostri commenti, la maggior parte dell'Italia è bella. E' vero. Quindi se ci aggiungo che l'Umbria ha anche alcuni vini incredibili? Ok, questo è vero per molte altre regioni italiane. Tuttavia, l'Umbria continua ad avere alcuni vini veramente unici.
L'Umbria è una piccola regione ma con differenze sostanziali in quanto a stili di vino. Nel sud dell'Umbria, i vigneti sono sparsi nei dintorni della deliziosa cittadina di Montefalco. Come per i loro più famosi vicini del nord in Toscana, qui cresce il Sangiovese ed è utilizzato per il vino Montefalco Rosso. Molti di questi vini sono piacevoli e allo stesso tempo convenienti. Ottimo vino da pasteggio, leggero ed elegante nello stile.
Tuttavia, la grande sorpresa viene dal vitigno di Sagrantino. Questa uva viene utilizzata a Montefalco solo per una piccola parte della produzione. Ma i vini sono sbalorditivi. C'è così tanta complessità e potenziale di invecchiamento che è tutto quello che si può chiedere. Alcuni lo paragonano al Barolo del Piemonte, altri a quella grande uva del sud Italia, l'Aglianico.
Il “Sagrantino deve essere domato”, dice un coltivatore, il che significa che si deve veramente invecchiare questo vino. E dopo aver gustato una serie di vini a partire dal 2011, per quanto riguarda l'annata che è stata recentemente messa in vendita, concordo nel dire che i tannini sono molto evidenti. Ma quanto evidenti dipende dal produttore. Ognuno ha il suo modo di trattare l'uva. In realtà, alcuni vini del 2011 erano già molto piacevoli. Amo la struttura in un vino. Non mi piace troppa dolcezza e morbidezza. Quindi il Sagrantino è il mio tipo di uva.
La famiglia Lunelli alla Tenuta Castelbuono (con una straordinaria cantina chiamata Carapace) utilizza alcuni trucchi. “Il Sagrantino è potente”, dice Marcello Lunelli, “e vogliamo mantenerne la sua tipicità, ma rendendolo rotondo e gentile. Otteniamo una tannicità morbida con una vendemmia tardiva e un'attenta estrazione durante la fermentazione. Inoltre, utilizziamo grandi botti di rovere invece delle piccole barrique.”
Il Tenuta Castelbuono Sagrantino 2010 ha la giusta quantità di tannini e in abbinamento una fresca acidità, che lo rende un vino molto piacevole. Se conservato per 10 anni, ne guadagnerà in termini di complessità, come la bottiglia del 2004 che ho provato. Ancora fresco, strutturato, con note di tabacco e aromi fruttati intensi.
Peter Heilborn alla Tenuta Bellafonte ama il Sagrantino. ”Si tratta di un vitigno difficile, ma anche facile perché ha molta personalità. O ti piace o non ti piace”, è la sua opinione. Concordo. I vini con grande personalità non sono amati da tutti. Che in questo caso è un bene perché la produzione di Sagrantino di Montefalco è piuttosto piccola, visto che proviene da un'area di soli 700 ettari.
Marco Caprai, dell'azienda Arnaldo Caprai, è il produttore più famoso della zona e anche un pioniere nel rendere famoso il Sagrantino. Quando ha iniziato a lavorare nel settore negli anni '70, il Sagrantino veniva prodotto come vino dolce, alla maniera del passito. Alcuni anni più tardi di duro lavoro, tramite esperimenti con diversi innesti, potature e una collaborazione con l'Università di Milano, esce un Sagrantino come vino secco. Nel 1992, al Sagrantino di Montefalco viene assegnato il marchio DOCG, il più alto livello di classificazione dei vini italiani.
Dopo aver tanto sentito parlare, prima di venire qui, dei feroci tannini, sono stato davvero molto sorpreso di trovare così tanti vini eleganti. Come il Sagrantino 2009 di Filippo Antonelli della cantina Antonelli San Marco. “Il 2009 è stato certamente un anno molto caldo, ma questo è il nostro stile”, afferma, “non rendiamo mai un vino troppo concentrato, preferiamo sempre l'eleganza”.
Valentino Valentini al Bocale ricava una piccola produzione dai suoi 4 ½ ettari. Per invecchiare il suo Sagrantino utilizza grandi botti da 1000 litri. “Il 2009 è stato il nostro ultimo anno di lavoro con le barrique”, afferma, “Non amo il sapore del legno in un Sagrantino”. La macerazione della buccia, tuttavia, dura 60 giorni al Bocale, che sono molti. Ma i vini non sono affatto invadenti, solamente intensi e molto lunghi al palato.
Il Bocale Sagrantino di Montefalco 2011 è un vino elegante, dagli aromi profumati. Tuttavia, i tannini sono chiaramente presenti, e sebbene io abbia potuto berlo con piacere accompagnato da una grigliata di côte de boeuf, questo in realtà è un vino da gustare sdraiati in cantina.
Il 2011 era l'annata che è stata messa sul mercato questa primavera. Le regole sul tempo minimo di invecchiamento dei vini prima della vendita sono tra le più restrittive in Italia. Un Sagrantino di Montefalco deve essere invecchiato per 37 mesi prima di essere immesso sul mercato. Almeno 12 di questi mesi devono essere spesi in botti di rovere. In un mondo con una crescente facilità nel reperire vini da bere per un consumo veloce, il Sagrantino di Montefalco è una rarità.