RACCONTAMI L'UMBRIA
Umbria: da Perugia ad Assisi
Articolo partecipante a Raccontami l'Umbria 2018 - sezione Turismo, Ambiente e Cultura
di Manuela Mortenback
L’Umbria, definita spesso “il cuore verde d’Italia”, è una regione centrale del Bel Paese. Benché ricchissima di attrattive paesaggistiche, il suo territorio è assai meno conosciuto rispetto a quello della Toscana, circostanza che ha permesso alla regione di preservare ancora meglio la genuinità delle origini. Epoca del viaggio: marzo 2017.
Sono passati appena dieci anni dal mio primo tentativo di innamorarmi di Perugia. All’epoca ero studentessa ERASMUS a Siena. Una visita di un giorno al Festival del Cioccolato fu il pretesto perfetto per un’incursione nel capoluogo. Cielo piovoso, umore uggioso. Niente da fare: fra me e Perugia la scintilla non scoccava. Sia come sia, eccoci qua: dieci anni dopo, l’occasione per un secondo approccio è ritornata. Di buon mattino, con la testa ancora ingombra dei ricordi di allora, punto alla meta: Perugia centro. Faccio appena in tempo a posteggiare la macchina, e un mezzo impatto della città riaffiora già in me compiutamente. Per i suoi 170.000 abitanti scarsi, Perugia ha una superficie ragguardevole e non si presta ovviamente a paragoni con un’idilliaca cittadina italiana. Il punto è che, questa volta, l’arrivo si prospettava – almeno per me – più caotico e meno allettante che mai. Ma non mi sfuggiva che la vera attrazione – il centro storico – l’avevo proprio davanti. È infatti su una delle numerose scale mobili predisposte in molti punti per facilitare l‟ascesa” alla città vecchia che si accede, salendo, ai vicoli di Perugia. Dal parcheggio di viale Pellini, per raggiungere Corso Pietro Vannucci lungo via dei Priori sbucando subito in Piazza IV Novembre s’impiegano meno di dieci minuti. Con la Cattedrale di San Lorenzo, il Palazzo dei Priori e la Fontana Maggiore, si tratta del luogo più suggestivo di Perugia. Prima di gettarmi nel mio tour d’esplorazione, approfitto innanzi tutto del sole mattutino per farmi baciare in fronte qualche minuto contro il muro esterno della cattedrale, mentre assaporo il lento risveglio della città. Un punto a favore: già dal clima, l’atmosfera è un po’ più nelle mie corde. Proseguo a piedi un tratto più a nord: imbocco via del Sole finché non colgo uno scorcio dell’Arco etrusco o di Augusto, per poi riaccedere, di là, alla via principale e commerciale di Perugia. Superate piazza della Repubblica e piazza Italia, approdo finalmente ai Giardini Carducci, da cui si apre una vista panoramica che, abbracciando le propaggini sudorientali della città, si estende fino alla campagna umbra circostante. Sulla via di ritorno, già che ci sono faccio un giretto per negozi, di cui si rischia di sentire la mancanza in parecchi paesini della regione; mi concedo anche uno spuntino a base di panini e spritz Aperol nel moderno concept store Vivace.
Di nuovo al punto di partenza per qualche via traversa lungo il dedalo dei vicoli, concludo una volta per tutte che, a conti fatti, Perugia non ha le carte per ammaliarmi davvero e mi decido a passare oltre, dirigendo la rotta verso Assisi. Il luogo che diede i natali a San Francesco e, ai nostri giorni, è appunto venerata meta di pellegrinaggio, si staglia col suo profilo fin da lontano – la Basilica di San Francesco e il complesso del convento dei Francescani svettano imperterriti, in bella mostra, dalle verdi quinte del Monte Subasio. In quanto tale, nel 2000 la città è stata inserita fra i centri di culto Patrimonio UNESCO dell’umanità – e il suo splendore architettonico spiega come questa nomina non stupisca. La Basilica di San Francesco è una sorta di santuario a due piani che, con la chiesa inferiore e la chiesa superiore, consta di due edifici sacri a fabbrica sovrapposta, eretti sul sepolcro del santo eponimo poco dopo la sua proclamazione. La basilica è accessibile in primo luogo da un ingresso laterale della cripta. Sul lato occidentale dell’altare un’uscita apre il passaggio alla Basilica Superiore, in cui si entra, di nuovo, per un ingresso a fianco. Non c’è bisogno di nutrire particolare interesse per la religione o l’architettura sacra per apprezzare l’unicità della basilica – e, in questo senso, gli affreschi sulle volte contribuiscono non poco a sostanziare tale impressione. In questo avvio di primavera, il centro abitato trasmette ancora una quiete rasserenante: il viavai di turisti e gente del posto rimane infatti contenuto. Attraversando via San Francesco, emerge con ogni evidenza che Assisi è, in tutto e per tutto, la meta ideale per chi si sposta in pellegrinaggio o per amore della cultura. Immagini di Cristo e della Madonna si offrono ovunque allo sguardo, e, in pari grado, all’acquisto come souvenir. Accanto alla chiesa di Santa Maria sopra Minerva in piazza del Comune, alla Cattedrale di San Rufino e alla Basilica di Santa Chiara – oltre a quella consacrata a San Francesco – sono presenti ancora altri luoghi di culto. Seguendo la salita del colle dalla Cattedrale di San Rufino, dopo un percorso di circa un quarto d’ora si raggiunge il complesso fortificato di Rocca Maggiore. Il luogo è degno in sé di una visita, ma la sua posizione dominante regala anche un’ampia veduta su Assisi e i suoi dintorni, fino all’entroterra collinare che culmina nel Monte Subasio. La speciale architettura urbana, i piccoli bar e le botteghe tra San Francesco e San Rufino, la vista che si dischiude su vaste contrade dell’Umbria cooperano a un risultato che a Perugia – almeno per quanto mi riguarda – resta purtroppo precluso: quello di creare un incanto che ti appaga appieno, il cui ricordo non ti lascia per giorni.
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