RACCONTAMI L'UMBRIA
Non chiamatelo solo frantoio Centumbrie, progetto d'accoglienza
Articolo partecipante a Raccontami l'Umbria 2020 - sezione Umbria del Gusto
di Monica Di Pillo
Non si tratta solo di un frantoio di ultima generazione, ma della volontà di valorizzare l’Umbria. Il progetto l'ha voluto l’imprenditore dell’Itc, Michele Cinaglia.
Più che un frantoio ha l’aspetto di una galleria d’arte contemporanea, di un luogo consacrato al design e all’accoglienza. Ma è proprio la mission di Centumbrie, che già dal nome evoca le cento anime del terroir. Centumbrie è un progetto di accoglienza ed un moderno frantoio che si trova nella frazione di Agello, più precisamente in località Osteria San Martino, nel comune di Magione, in provincia di Perugia, a due passi dal lago Trasimeno.
Una zona dove si respira l’amore per la terra e per i suoi frutti. Una zona che ha attirato anche altri mecenati dell’Umbria, ambasciatori del Made in Italy nel mondo, come Brunello Cucinelli. Una zona che può avere un futuro prospero, valorizzando ed innovando le sue antiche radici contadine. Ed è così che l’imprenditore Michele Cinaglia, nato a Lisciano Niccone ma da anni a Roma, dove ha fondato il gruppo internazionale Engineering, ha deciso di investire nei luoghi della sua infanzia e della sua adolescenza, gli stessi che percorreva tutti i giorni a piedi per andare a scuola.
Così a fine settembre ha inaugurato Centumbrie, un frantoio modernissimo costruito in 8 mesi e costato 15 milioni di euro, che oltre a produrre olii spettacolari, è anche un centro per degustare, conoscere e apprezzare l’olio, ma più in generale i cento volti dell’Umbria.
Cento volti anche per la struttura, che attorno ospita un vasto podere, dove si coltivano legumi e si allevano animali, un orto e un molino in costruzione, che entro l’anno sarà ultimato con macine a pietra e poi affiancato da una panetteria e da una pasticceria a metro zero. Dai silos custodi dei grani autoctoni, scenderanno in tempo reale le farine macinate a pietra naturale, per sfornare pagnotte e altre leccornie dolci e salate, da consumare anche nella sala degustazione della struttura o in quella del frantoio di fronte, magari con un filo di olio Dop Umbria.
Ma Centumbrie è anche accoglienza, perché l’olio è unione, è sinonimo di convivialità, di ristoro. Da alcuni anni l’ingegner Cinaglia ha acquistato alcuni antichi casali che si affacciano sul Lago Trasimeno, li ha ristrutturati e dotati di ogni comfort, dalle piscine alle vasche idromassaggio, dalle saune ai bagni turchi. I lussuosi casali, che rispondono al brand Casa Mia, hanno ciascuno delle caratteristiche che li rendono unici, ma sono accomunati dalla vista del lago Trasimeno e dalla presenza, neanche a dirlo, di uliveti. Originali e preziose location, già dai nomi scelti, come la Cotogna o Bianca la luna.
Ma perché Cinaglia, considerato il re dell’information technology, ha deciso di puntare sull’olio, sui cereali e sul turismo?
Sicuramente c’è un filo conduttore che lega tutti questi elementi, tutte le cento sfaccettature dell’Umbria, ma non è tutto.
«Sono voluto tornare qui - commenta Michele Cinaglia - per amore della mia terra. Io lavoro nel campo dell’informatica e faccio, quindi, un mestiere che è un po’ evanescente; allora, ho voluto esaudire un mio desiderio: mettere gli ulivi che sono piante che durano mille anni. E l’ho voluto fare nel migliore dei modi, per produrre cose sane e far conoscere questa terra bellissima».
Centumbrie è un luogo di lavoro e produzione, ovviamente, in cui sono impiegate 15 persone, ma anche un posto dove è possibile degustare, studiare e amare l’olio e dove la bellezza regna sovrana. Intenzione dell’azienda è inoltre quella di devolvere nel tempo, d’intesa con il comune di Magione, parte dei profitti in iniziative benefiche e di carattere sociale.
Centumbrie è insomma la storia emozionante di due famiglie umbre, del legame indissolubile tra l’olivo e l’Umbria, fatto da esseri umani, territori e cultivar.
«Ci dedichiamo - spiegano l’amministratore delegato di Centumbrie, Sergio Rutili, e il direttore commerciale, Giulia Trifu - con grande passione ai nostri oliveti adottando metodologie biologiche, con il massimo rispetto per l’ambiente e per il consumatore. Il nostro frantoio di ultima generazione ci permette di operare a freddo, estraendo grandi oli con uso limitato di acqua per rispetto verso le risorse idriche ed ambientali».
«Prevediamo - aggiunge il responsabile di produzione, Luca Mencaglia - due linee di lavorazione, una a 2 fasi ed una a 3 fasi, al fine di adottare la migliore soluzione estrattiva in fuzione delle caratteristiche delle olive raccolte con numerosi accorgimenti tecnologici. L’intero ciclo di lavorazione è rigorosamente monitorato così da garantire un’altissima qualità dell’olio extravergine d’oliva. Lo stoccaggio e l’imbottigliamento vengono eseguiti in locali a temperatura controllata e con l’ausilio di gas inerte per salvaguardare le caratteristiche organolettiche e chimiche del prodotto».
Tra le chicche prodotte: Olio Evo Nuovo, il primo olio extra vergine di oliva della campagna olearia; Centoleum, ottenuto da olive italiane più mature che regalano un olio più delicato e rotondo; Centoleum Monocultivar, da monocultivar Dolce Agogia, lascito degli etruschi che già utilizzavano i frutti di questo albero durante il loro transito su questa terra; infine Centumbrie, Evo Dop Umbria, blend espressione del Trasimeno di cultivar Frantoio, Moraiolo, Leccino, Dolce Agogia.
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