RACCONTAMI L'UMBRIA
Monte Castello di Vibio, un teatro piccolissimo immerso nella bellezza
Articolo partecipante a Raccontami l'Umbria 2015 - Sezione Stampa Nazionale ed Internazionale
di Andrea Ferraretto
TESTATA: La Stampa Tuttogreen
DATA DI PUBBLICAZIONE: 13 novembre 2014
Il silenzio delle colline umbre, tra Todi e il Tevere
Bisogna ammetterlo: girare l’Italia, uscendo dai percorsi dritti e veloci, permette di scoprire meraviglie e angoli avvolti nel tempo che sembra trascorrere lento, permettendo di apprezzare la bellezza dei paesaggi e le storie che i luoghi sanno raccontare.
Monte Castello di Vibio si trova a poche decine di chilometri da Todi: là, in basso, scorre il Tevere, che si accinge a creare un’ansa per poi continuare la corsa verso Roma. Un borgo arroccato su una collina, fatto di vicoli e stradine, dove l’unico rumore è quello dei passi e dei bambini che giocano. Si respira un’aria tranquilla, fatta di saluti con i passanti e della serenità di trovarsi, come di incanto, nel medioevo, dove le pietre raccontano la storia e la cultura di questi luoghi.
Già, la cultura: a Monte Castello si trova il Teatro della Concordia , un teatro, fatto di palchi e logge, nel centro del paese, tuttora funzionante, con il suo calendario e la possibilità di visitarlo. Il teatro più piccolo del Mondo, con i suoi 99 posti, a testimonianza di quanto fossero vivaci e lungimiranti queste zone: progettato in pieno clima post rivoluzione francese del 1789, intitolato proprio a quella “concordia tra i popoli” che l’Europa dell’ottocento cercava di creare.
Fu allora che nove famiglie illustri del paese decisero di costruire a Monte Castello un luogo di divertimenti e riunioni. La sua inaugurazione è del 1808, in un periodo di massimo splendore culturale, quasi a volersi riscattare da parte dei Montecastellesi di secoli di vicissitudini e di dominazioni subite. Il teatro, si legge in un documento dell’epoca, “venne costruito piccolo, a misura del suo paese” Dal 1993 si è costituita la “Società del Teatro della Concordia” con lo scopo di gestire le attività del teatro.
La piazza di Monte Castello è una terrazza su questa parte dell’Umbria: sullo sfondo Todi, anch’essa abbarbicata su una collina, che vede scorrere il Tevere e, in lontananza, monti e boschi, capaci di rendere questa regione un vero gioiello verde. Un luogo talmente particolare, in equilibrio intatto tra cultura e paesaggio, da diventare la sede della International School of Art . Una Scuola di disegno, pittura e scultura aperta nel periodo estivo e frequentata da studenti provenienti dagli USA e altre nazioni.
Da Monte Castello la strada procede, attraversando uliveti e vigneti intervallati da casali e boschetti e, dopo poco, si raggiunge Doglio, un’altra minuscola frazione, con stradine e case appoggiate le une alle altre. Attorno vallate e boschi, con l’impressione di immergersi, sempre più, in un viaggio che non è fatto solo di luoghi ma di storia, scoprendo che il tempo scorre lento, lasciando segni e tracce. Doglio era, infatti, il naturale confine tra i guelfi orvietani e i ghibellini todini: solamente sotto la repubblica Giacobina (1789-1799) entrò a far parte del cantone di Monte Castello di Vibio.
La strada, stretta e panoramica, si inoltra in boschi che tuttora sono curati e gestiti, per produrre legname, fino a raggiungere la vecchia statale che da Todi raggiunge Orvieto. Dopo pochi chilometri si incontra il bivio per Titignano: un altro piccolo gioiello di queste vallate umbre, un borgo intatto che si protende con una terrazza sul Tevere, con sullo sfondo Todi. Titignanoè diventato, negli anni, una struttura ricettiva ma ha saputo mantenere la sua vocazione agricola proseguendo nella produzione dell’olio e del vino, recuperando, al tempo stesso, i casali e il borgo, per farli diventare un’opportunità per chi vuol trascorrere un soggiorno immersi in questo territorio.
L’autunno rende ancor più affascinante questo percorso, colorando la tavolozza con tonalità capaci di restare impresse negli occhi. Le sottili foschie rendono questi luoghi magici, tra siepi e filari che si susseguono e non è raro vedere una volpe attraversare la strada, che ci osserva con gli occhi furbi, regalandoci l’impressione che questo sia ancora un luogo naturale, dove ritmi e stagioni hanno ancora senso di esistere.
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