RACCONTAMI L'UMBRIA
Macerino, un borgo da riscoprire
Articolo partecipante per la sezione Turismo, Ambiente e Cultura - Raccontami l'Umbria 2016
di Camilla Orsini
TESTATA: Umbriatouring.it
DATA DI PUBBLICAZIONE: 17 Gennaio 2016
MACERINO – Ci troviamo in una piccola frazione del comune di Acquasparta, in provincia di Terni. Più precisamente a circa 660 metri di altezza, in cima ad un alto colle e immerso nel verde: qui trova sua dimora stabile il borgo di Macerino, un vero e proprio castello medioevale costruito in pietra e rimasto intatto nel tempo, che ha visto passare tra le sue vie dame e cavalieri.
Nulla ne può turbare la quiete e l’immobilità: circondato dalla natura incontaminata, dove il silenzio regna sovrano e dove anche il tempo sembra essersi fermato. Così si presenta oggi ai nostri occhi Macerino, con le sue caratteristiche costruzioni in pietra locale e le piccole stradine in ciottoli che sembrano arrampicarsi fino al cielo. Eppure un paese fantasma, disabitato da tempo, meta di un turismo straniero – maggiormente inglese e danese – che lo vede in vita solamente nei mesi estivi.
Ma non è sempre stato così: ormai centinaia di anni fa, il piccolo borgo di Macerino dominava facilmente la valle intera dalla sua posizione strategica, al centro del territorio dei monti Martani e sulla strada di comunicazione tra Acquasparta e Spoleto.
Era il 1093 quando fu scelto come capitale delle terre Arnolfe, e all’interno delle sue mura Macerino contava più di 300 abitanti. Erano loro a dettar legge nei paesi e negli agglomerati vicini come Colle Aiano, Fogliano, Villa Campi e Villa Paganica.
Come da usanza le case si trovavano tutte all’interno delle mura, che avevano lo scopo di proteggere il paese dall’ingresso di stranieri. Analoga la funzione delle quattro torri angolari.
Macerino, durante i suoi anni d’oro, era un vero e proprio centro di vita economico-culturale e non mancava di nulla: aveva le carceri che oggi corrispondono alla chiesa di San Biagio nella piazza superiore, e cinque pozzi per l’utilizzo comune dell’acqua.
Nel XVI secolo la comunità costruì inoltre palazzo Massarucci, tuttora esistente e di proprietà australiana.
Non mancano punti di interesse anche al di fuori delle mura: proprio all’ingresso del borgo, infatti, fa mostra di sé la modesta chiesa della Madonna del Fiore, sorta intorno al 1670.
E nel cimitero sorge invece la chiesa di San Giovenale, dove fu rinvenuto un importante frammento di sarcofago paleocristiano in marmo, della seconda metà del IV secolo, ora conservato nel Museo Civico di Spoleto.
Leggenda vuole che fosse di proprietà della matrona romana Ponzia, che passando in carrozza diretta verso Treviri morì cadendo dal cocchio.
Il punto fatale che costò la vita della principessa romana è il Ponte Romano, oggi ancora in buono stato e nascosto alla vista da una natura rigogliosa e impervia. Il tesoro della nobildonna invece è ancora sommerso in queste terre, in attesa di essere trovato.
La bellezza del borgo medievale ha attratto anche il mondo del cinema: nel 2004 il paese ha infatti ospitato le riprese in costume del film tv “La terra del ritorno” con Sophia Loren e Sabrina Ferilli.
Ma è tutto il borgo che è immerso in un’aura particolare. Non a caso il paese è collegato al cammino francescano “Sulle orme di san Francesco d’Assisi”: un suggestivo tragitto grazie al quale si possono ripercorrere i passi del Poverello verso lo Speco di Narni, passando quindi per la Romita di Cesi (eremo francescano) e per l’affascinante Macerino.