RACCONTAMI L'UMBRIA
Affreschi e Folklore in una cittadina umbra
Articolo vincitore Raccontami l'Umbria 2013- sezione stampa
di Nell Casey
TESTATA: New York Times
DATA DI PUBBLICAZIONE: 26 ottobre 2012
Curva dopo curva, io e la mia famiglia abbiamo affrontato il viaggio di tre ore che da Roma porta a Gubbio, cittadina medievale Umbra adagiata sulle pendici del Monte Ingino, per scoprire, una volta parcheggiata l’auto, che fra noi e il centro storico c’era ancora una strada acciottolata tanto ripida da sembrare verticale. Spingere nostra figlia di due anni sul suo passeggino stracarico di ogni ben di Dio sotto i raggi del sole che si accanivano infuocati sulle nostre teste ha fatto sembrare quest’ultima tappa del viaggio una specie di arrampicata su parete rocciosa.
Ma, una volta raggiunta la Piazza Grande, la piazza principale, che da un lato si apre regalando un’ampia veduta della cittadina e dall’altra invita i visitatori ad addentrarsi per le sue affascinati strade, le nostre fatiche sono state abbondantemente ripagate.
Con i suoi 33.000 abitanti, il comune di Gubbio è il maggiore della provincia di Perugia e l’aria che si respira in città è meno claustrofobica rispetto alle vicine Todi ed Urbino. C’è un qualcosa di grandioso nell’atmosfera di questa cittadina, con il suo susseguirsi di eleganti case medievali dalle belle facciate di mattoni segnate dal passare dei secoli, le scalinate che si offrono improvvisamente alla vista adorne di fiori variopinti e le spettacolari vedute che gratificano gli occhi mano a mano che ci si inerpica per le sue ripide strade. Avevamo in progetto di rimanere in città per tutta la settimana, soggiornando a Fonte al Noce, un resort che avevamo scelto per la sua disponibilità dell’ultimo minuto e che abbiamo poi scoperto essere pieno di famiglie simili alla nostra, ossia genitori esausti con bambini piccoli (della nostra famiglia, oltre a una bimba piccola fa parte anche un bambino di sette anni) provenienti da tutta Europa. Che rimaniate in città una sola notte, una settimana o più a lungo è probabile che prima o poi cediate ai tranquilli piaceri di Gubbio.
Giunti sulla Piazza Grande, non abbiamo fatto fatica a notare il Palazzo dei Consoli, imponente edificio Gotico in pietra calcarea, la cui facciata è scandita da ordini di strette finestre con arco a tutto sesto. Una volta sede del parlamento cittadino, oggi il palazzo ospita una pinacoteca ed un museo in cui, oltre ad opere di scuola Umbra e reperti archeologici, si possono ammirare le celebri “Tavole Eugubine”.
Siamo rimasti affascinati da queste sette tavole bronzee realizzate fra il terzo ed il primo secolo avanti Cristo. Le iscrizioni in lingua Umbra che recano descrivono antichi rituali religiosi della Gubbio che fu.
Usciti all’esterno, abbiamo allungato il collo per ammirare la torre campanaria che si erge dal fianco del palazzo, una snella struttura quadrangolare contenente una campana di due tonnellate. La nostra guida ci dice che i campanari usavano i piedi per suonarla. Ma come facevano? Non riuscivo ad immaginarmelo: in mente non mi veniva altro che l’immagine di uomini grandi e grossi distesi a pancia all’aria intenti a scalciare l’enorme campana come dei neonati. Più tardi, imbattutici in una sontuosa sfilata in costume d’epoca che annunciava una serie di esibizioni di danza ed una gara di tiro con la balestra organizzata nella piazza, ci siamo trovati a sedere proprio sotto la torre campanaria e da lì abbiamo potuto scorgere diversi uomini impegnati a pestare con forza su dei pedali per mettere in moto la grande campana. Mistero risolto.
La festa in cui ci eravamo imbattuti era il Torneo dei Quartieri, una gara di tiro con la balestra fra i quartieri cittadini preceduta e seguita da festeggiamenti in tutta la città. Manifestazioni come questa sono parte integrante della vita culturale di Gubbio. Fra di esse la più conosciuta è sicuramente la Corsa dei Ceri, che si svolge ogni anno a Maggio; in tale occasione, tre squadre si sfidano trasportando di corsa per le strade della città alte colonne di legno simili a candelieri coronate da statue di santi. Manifestazioni di minori dimensioni si svolgono poi tutto l’anno.
A Gubbio di cose da fare e da vedere ce ne sono così tante che l’impresa può sembrare ardua; ma fate come noi, lasciatevi andare e passate semplicemente qualche ora aggirandovi per le strade della cittadina senza una meta precisa. E’ così che abbiamo scoperto la Fontana dei Matti. Avventurandoci per le strade e i vicoli che dalla Piazza Grande riportano verso Piazza Quaranta Martiri, dove i nostri figli avevano avvistato una giostra, ci siamo imbattuti in alcune persone intente a camminare silenziosamente attorno ad una semplice fontana di pietra. Lanciata una veloce occhiata alla nostra guida, abbiamo capito di trovarci nella Piazza del Bargello. La tradizione locale vuole che compiendo tre giri attorno alla fontana che sorge al centro della piazzetta si divenga “matti” patentati.
Piuttosto che metterci a fare domande prive di senso, ci siamo semplicemente uniti agli altri sei o sette e compiuto disciplinatamente i nostri giri. Camminando attorno alla fontana in attesa della promessa follia, ho notato che molti dei negozi che si affacciavano sulla piazza vendevano le ceramiche artistiche - abbellite da elaborati motivi ricchi di rossi e blu intensi e finiture dorate – per cui Gubbio è celebre da sempre.
Ottenuta la nostra patente da matti, ci siamo avviati verso Via Maestro Giorgio per pranzare all’Ulisse e Letizia, uno dei molti eccellenti ristoranti cittadini in cui si possono gustare piatti tradizionali con tartufo. Dopo pranzo, abbiamo fatto due passi lungo Corso Garibaldi, una delle principali strade dello shopping, dove ci siamo fermati a prendere un gelato - una di quelle cose di cui non puoi fare a meno in Italia - alla gelateria La Meridiana. Alla gelateria abbiamo fatto il pieno di calorie e, nel mio caso anche di coraggio, per affrontare una corsa sulla funivia Colle Eletto; le sue cabine da due persone, simili a gabbiette per uccelli, conducono lentamente alla sommità del Monte Ingino da dove si può godere di una spettacolare veduta panoramica della città e della campagna circostante. Sulla vetta sorge anche la chiesa restaurata di Sant’Ubaldo - risalente al XIII secolo - dove, all’interno di una teca di vetro, si conserva il corpo incorrotto di Sant’Ubaldo, antico vescovo di Gubbio e Santo patrono della città.
Dopo la corsa, ho parcheggiato marito e figli ai giardini in stile Inglese del Parco Ranghiasci e mi sono concessa un furtivo tour delle molte celebri chiese della cittadina. Fra di esse, una delle più notevoli è sicuramente la chiesa di San Francesco, imponente edificio Duecentesco il cui interno racchiude pregevoli affreschi fra cui le “Storie di Maria Vergine” di Ottaviano Nelli, importante pittore Eugubino. La chiesa di San Giovanni si presenta, invece, più modesta: all’interno, la severa nudità delle pareti è interrotta qua e là da avanzi di affreschi Gotici; sul pavimento della piccola aula sono disposte semplici file di sedie di legno precedute da appena un paio di panche. La chiesa accoglie anche alcune opere pittoriche fra cui un’affascinante ”Annunciazione” di Camilla Filicchi.
Per quanto il centro storico sia assolutamente straordinario, val ben la pena avventurarsi oltre le sue porte. Per esempio, in Via del Teatro Romano, pochi passi a sud del centro storico, sorgono le vestigia di un antico anfiteatro Romano risalente al I secolo avanti Cristo dove si organizzano tutt’oggi spettacoli durante i mesi estivi. Qualche chilometro più in là, sulla strada che porta a Umbertide, cittadina che sorge ad ovest di Gubbio, la Fondazione Civitella Ranieri, sorta di colonia di artisti, è ospitata all’interno di un enorme castello Quattrocentesco circondato da giardini lussureggianti. La Fondazione Civitella, istituzione altrimenti privata, propone dal 1° Maggio al 1° Novembre una serie di concerti e letture pubbliche gratuite in lingua Inglese tenute da nomi di spicco fra cui, per citare i più recenti, il romanziere Gary Shteyngart, l’attore Wallace Shawn e la scrittrice Deborah Eisenberg (quando eravamo in città a tenere una lettura c’era Peter Godwin). A circa cinque chilometri da Civitella, sempre in direzione di Umbertide, si trova uno spettacolare ristorante a conduzione familiare, il Ristoro in Campagna. Il ristorante non è ben segnalato ma per trovarlo basterà imboccare il viale d’accesso indicato dal cartello dipinto a mano con la scritta “Torta al Testo”. Il piatti proposti, che variano di giorno in giorno e anziché essere scritti su di un menu vengono cordialmente comunicati di persona dai camerieri, sono quelli classici della cucina Italiana. Mentre i nostri figli rincorrevano i polli e i gatti che popolano i dintorni del locale, io e mio marito ne abbiamo approfittato per rilassarci sulla piccola veranda, ammirarne gli arredi rustici e ordinare ogni ben di Dio – vitello tonnato, gnocchi al pomodoro, pollo alla Romana. Per farla breve, proprio come Gubbio stessa, il sapore autentico dell’Umbria.
Piazze, palazzi e una fontana misteriosa
DOVE ALLOGGIARE
L’esclusivo Palace Bosone Hotel (Via XX Settembre, 22; 0039-075-92-20-688; www.hotelbosone.com) sorge in pieno centro storico. In alta stagione, doppie a partire da una ragionevole tariffa di 85 Euro a notte (weekend escluso), prima colazione inclusa. Tre delle 30 stanze sono dotate di terrazzo con vista sulla vallata; altre presentano soffitti riccamente affrescati.
Fonte al Noce (Nerbici; 0039-075-92-55-728; www.fontealnoce.com) è una struttura senza troppe pretese, adatta alle famiglie con bambini, con appartamenti di varie dimensioni in grado di ospitare dalle due alle otto persone, piscina, campo da tennis e un bel parco. La struttura si trova ad una quindicina di minuti d’auto dal centro storico di Gubbio. In alta stagione, un appartamento con camera matrimoniale costa 800 Euro la settimana.
DOVE MANGIARE
Il ristorante Ulisse e Letizia (Via Mastro Giorgio 2; 0039-075-91-21-970: www.ristoranteulisseeletizia.com) si trova nei pressi della Piazza Grande. Per una cena per due si devono mettere in conto 25 euro.
La Trattoria S. Martino dal Geghi (Piazza G. Bruno, 7; 0039-075-92-20-458; www.sweetumbria.com/sito/web/dalgeghi.html) si trova in centro. Per una cena per due si devono mettere in conto circa 25 Euro.
La Trattoria Il Bottacione in Gola (Via de Giove Pennino, 25; 0039-075 92-72-063; www.ilbottacioneingola.com) si trova in posizione non felicissima, a ridosso di una strada a grande scorrimento; vale, in ogni caso, la pena farle visita per l’eccellente cucina Umbra a prezzi ragionevoli. Per una cena per due si devono mettere in conto circa 20 Euro.
Situato a circa cinque chilometri da Civitella, il Ristoro in Campagna (Località Pieve d’Agnano, 148, Gubbio; 0039-334-93-68-992) propone piatti classici della cucina Italiana. Per una cena per due si devono mettere in conto circa 25 Euro.
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