RACCONTAMI L'UMBRIA

A modern miracle

Articolo finalista per la sezione Turismo, Ambiente e Cultura - Raccontami l'Umbria 2016

di Jesper Storgaard Jensen

TESTATA: Italianicious

DATA DI PUBBLICAZIONE: Febbraio 2016

 

   Gennaro Matacena, architetto di Napoli, mi sorride mentre mi racconta l’inizio di una storia che può facilmente essere definita “fuori dal comune”. Stiamo apprezzando dall’alto una piccola parte dell’area della Valnerina, nell’angolo sud-occidentale dell’Umbria. Sotto di noi il fiume Nero, ed una strada lunga e ventosa che entra ed esce dai meandri dei boschi, così idilliaca che avresti voglia di fermare l’auto ad ogni singola curva della strada per poter cogliere l’opportunità di scattare un’altra fotografia.    

      Ho deciso di recarmi in questo remoto posto dell’Umbria per visitare un luogo che è diventato famoso per varie ragioni interdisciplinari – storia, antropologia, turismo e architettura. Quando arrivi qui e ti guardi intorno per la prima volta, non sei per niente sorpreso che il quotidiano più importante d’Italia, il Corriere della Sera, abbia definito questa rinascita architettonica del Castello di Postignano “un miracolo moderno” e che il Presidente della Repubblica emerito Giorgio Napolitano abbia inviato i suoi complimenti personali alle due menti del progetto, gli architetti Gennaro Matacena e Matteo Scaramella. A tutto ciò si aggiunga una nota ufficiale dall’UNESCO che descrive il progetto come qualcosa che “interpreta con efficacia i valori dell’UNESCO afferenti la salvaguardia del panorama e dell’ambiente”.

   In questo impressionante progetto di restauro non c’è una pietra fuori posto, sembra che ogni piccolo dettaglio sia stato curato tenendo a mente una precisa idea iniziale e la combinazione fra architettura, piano di restauro e la scelta dei materiali camminano mano nella mano in maniera pregevole.

   Quindi, come tutti sappiamo, dietro ogni grande progetto c’è molto spesso una storia interessante, se non altrettanto grande.

Da centro fiorente a città fantasma

Castello, fu presumibilmente fondata fra il nono e decimo secolo lungo una strada di grande importanza che collegava Norcia, Spoleto, Foligno e Assisi. Il possesso di Castello veniva conteso fra Foligno e Spoleto, ed ebbe un ruolo anche nella Guerra fra guelfi en ghibellini. Specialmente fra il XIV e il XV secolo, il villaggio aveva un’economia fiorente basata su agricoltura, silvicoltura e artigianato del metallo. Tuttavia, dal XVI secolo la sua popolazione iniziò a diminuire e durante il XX secolo ebbe luogo un sostanziale fenomeno di emigrazione.

   "Negli anni 60 Castello era in pratica completamente abbandonata. Solamente sei famiglie continuavano a resistere. Quando ci fu una piccola frana nel 1966 che causò problema a una casa vicino alla roccia. Invece di tentare di restaurare la città, il sindaco di allora emise un decreto di evacuazione e buttò tutti fuori. Questo fu l’atto finale con cui Castello di Postignano rimase completamente abbandonata”, Matacena mi dice e aggiunge, “La prima volta in assoluto che ho messo piede a Postignano avevo davvero la sensazione di camminare in una scena medievale. Non c’erano energia elettrica e acqua corrente. Di fatto bisognava prendere l’acqua da una piccola Fontana nella parte bassa del paese, e non c’erano neanche i WC”.

   Questa era probabilmente la stessa scena incontrata da un altro architetto, l’americano Norman F. Carver Jr., quando visitò Postignano per la prima volta nel 1967. Era anche un fotografo e aveva cominciato a viaggiare per l’Italia alla ricerca di città di collina per il progetto di un libro che aveva in mente. Durante la sua prima visita nella piccola cittadina di collina scattò numerose foto in bianco e nero. Di fatto Carver rimase così affascinato da Postignano che decise di metterla sulla copertina del suo libro “Italian Hilltowns”, stampato per la prima volta nel 1979, ed in una breve nota scrisse: “Sono stato felice di scoprire il piccolo villaggio di Postignano perché mi è sembrato l’archetipo della cittadina collinare italiana. Forzati ad abbandonare le proprie case a causa del pericolo di un terremoto, gli ex abitanti, attualmente in un paese ai piedi della collina, considerano ancora Postignano il loro centro spirituale”.  

   Nonostante la decadenza, lo stato di abbandono e l’isolamento di Postignano, qualcosa ha incantato Matacena quando è stato informato che la cittadina era in vendita. Ma com’è possibile comprare un’intera città?

   "Beh, suppongo che le autorità locali considerassero Postignano una bella seccatura. Volevano semplicemente trovare una soluzione. Così io e Matteo abbiamo cominciato a riflettere su questa opportunità. Abbiamo elaborato un progetto di restauro che è stato presentato alle autorità umbre e approvato. E a quel punto il sogno ha cominciato a prendere forma”, dice Matacena.

   Forse tutto suona piuttosto semplice. Ma non lo è stato. È stato necessario rintracciare tutti i legittimi proprietari delle case e delle dimore per essere in grado di redigere i documenti di vendita. Per tutti i proprietari – un totale di 300 persone diverse sparse non solo in Umbria e in tutta Italia ma anche all’estero – sono stati ottenuti una firma e un atto al fine di poter vendere la loro casa o terreno a Mirto, la società che Matacena e Scaramella avevano costituito insieme.

   "Uno degli abitanti locali, il sig. Nazzareno Bruni ci ha enormemente aiutato. Quando era ragazzo viveva nella vecchia città di Postignano e con la sua incredibile memoria è stato una sorta di 'capo detective' nel tentativo di rintracciare tutti i proprietari.", dice Matacena con un sorriso.

Un diverso tipo di turismo

Quando cammini per Postignano non puoi fare a meno di avvertire una sensazione di stupore. È abbastanza chiaro che sono stati spesi tantissimi sforzi e know-how sul restauro – oltre alla parte economica del progetto – nella trasformazione di questa gemma umbra. Passiamo attraverso diversi archi, vicoli stretti, viottoli illuminati e sotto una torre campanaria che ancora suona. All’improvviso appare una vista sulla valle, e poi scompare di nuovo. La sera l’illuminazione elettrica viene attivata automaticamente da sensori di luce man mano che cala la note, e camminare nelle strette vie del borgo nella penombra è un’esperienza notevole.

   "Abbiamo deciso di dare il via al progetto nel 1992. Ci sono voluti due anni per gestire tutta la parte amministrativa relativa alle procedure di acquisizione. Poi tre anni di progettazione e nel 1997 eravamo finalmente pronti a partire. Ma dopo soli tre mesi di lavoro, a settembre 1997, Postignano è stata colpita da un terremoto. Non c’era modo di proseguire e abbiamo dovuto fermarci. È stato possibile ricominciare solo dieci anni dopo, nel 2007. Nel 2014 l’intero progetto di restauro era completo”, mi dice Matacena. Sono stati restaurati un totale di 60 appartamenti, e sono cominciate le vendite. “ Sono abbastanza sorpreso perché sembra che la reputazione di Postignano si sia diffusa rapidamente, persino all’estero. Fino ad ora hanno comprato appartamenti persone da Germania, Regno Unito, Olanda, Belgio e Italia. Abbiamo ancora circa 35 appartamenti da vendere”, dice Matacena.

   Mentre mi spiega l’intera storia dietro il notevole destino di Postignano, ci muoviamo per visitare la chiesa di San Lorenzo, presumibilmente costruita nel XV secolo. È stato probabilmente il primo edificio in cui è stato avviato il restauro e con grande sorpresa di Matacena è stato svelato un prezioso affresco che raffigura una crocifissione – si suppone del XV secolo.

   Parte della pianificazione è stata impostata per permettere alle persone di venire a vivere a Postignano. Per questo motivo nel 2013 è stato aperto un piccolo e accogliente ristorante, La Casa Rosa, in cui lo chef locale, Maria, pratica una versione rustica e rivisitata della cucina umbra. E poi è stato aperto il piccolo wine bar, Vini e Oli dell'Umbria. Ultimo, ma non per importanza, nel 2014 è stato aperto un cosiddetto  albergo diffuso.

   "In Italia è un nuovo concetto. In questo caso, è un albergo in cui i 15 diversi appartamenti dell’hotel sono sparsi in tutta la città. Ogni appartamento ha la propria storia. Uno degli appartamenti per esempio, è stato ricavato nell’edifico che ospitava la vecchia scuola del paese. Tutti gli appartamenti sono dotati di cucina, TV, wi-fi, e tutte le stoffe provengono dalla prestigiosa società locale, Mastro Raphaël. I turisti che visitano Postignano decisamente non cercano il lusso tradizionale. Cercano pace e tranquillità, cultura, buon cibo, bellezza naturale del paesaggio e tempo per riflettere”, dice Matacena.

   E qualcosa in questo concetto di albergo molto particolare deve aver colpito il giusto obiettivo: l’anno scorso il famoso editor di viaggi britannico Condé Nast Johansens, nei suoi premi annuali agli hotel di lusso, ha eletto il relais di Postignano al secondo posto. 

   Nonostante una storia che risale a più di mille anni fa, oggi i turisti possono trovare i comfort più moderni. L’intera città è stata ricostruita nel rispetto delle più moderne misure anti-sismiche e tutte le strade sono state isolate in modo che l’acqua piovana non penetri e non provochi danni. Si può trovare una biblioteca piena di libri in particolare sull’Umbria e un’accogliente sala da biliardo piena di atmosfera. Una piscina all’aperto, di fronte alla valle, è appena stata completata e proprio adesso è in fase di costruzione un nuovo hotel – vicino al borgo. Sarà completato nel 2017-18.  

   E poi, l’anno scorso è avvenuto un altro miracolo a Postignano, quando è nato Tommaso, il figlio di Michele e Maria Fulvia, che lavorano entrambi nel ristorante di Postignano.  È la prima nascita a Postignano dopo sessant’anni!    

   Mentre camminiamo attorno al castello, ci imbattiamo nel tuttofare di Postignano, il già citato Nazzareno Bruni. Viveva qui da ragazzo. Gli chiedo le sue impressioni sulla “nuova Postignano”.

   "Sono nato qui nel 1948. La mia famiglia lavorava nell’agricoltura. A quel tempo non c’era altro da fare. Ci siamo trasferiti quando avevo 17-18 anni. Ma ricordo ancora molto chiaramente com’era il borgo. Le mie impressioni oggi? Beh, mi emoziono quando penso com’era prima e come il restauro sia stato compiuto in maniera così eccellente. È davvero un sogno!”.

www.castellodipostignano.it/