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13 marzo 2018

Ercole Olivario, in dirittura d'arrivo la XXVI edizione

Presenza significativa dell'Umbria, con 31 etichette in lizza

di La Redazione

Torna l’Ercole Olivario, il prestigioso concorso nazionale dedicato alle eccellenze olivicole italiane, che quest’anno cresce sul fronte delle etichette iscritte - 237 - da 17 regioni, e si prepara a ospitare una delegazione di giornalisti e blogger russi per la cerimonia di premiazione, in programma sabato 7 aprile, presso l’Aula Magna dell’Università per Stranieri di Perugia.

I numeri e le novità della XXVI edizione del premio - indetto dall’Unione Italiana delle Camere di Commercio, in collaborazione con la Camera di Commercio di Perugia e con il sostegno del sistema camerale nazionale, delle associazioni dei produttori olivicoli, degli enti e delle istituzioni impegnate nella valorizzazione dell’olio di qualità nazionale – sono stati illustrati oggi a Roma, presso Unioncamere, alla presenza del presidente del Comitato di coordinamento del concorso e presidente della Camera di Commercio di Perugia, Giorgio Mencaroni, del segretario generale di Unioncamere, Giuseppe Tripoli, di Guido Magnoni dell'Area agro-alimentare di Ice, e del giornalista enogastronomico, Maurizio Pescari.

“Anche quest’anno - ha dichiarato Giorgio Mencaroni – l’appuntamento di Ercole Olivario testimonia la grande qualità dell’olivicoltura italiana, un patrimonio straordinario che si regge su una biodiversità unica al mondo e su ben 46 denominazioni Dop e Igp riconosciute dall’Unione Europea. Ma allo stesso tempo, la competizione fotografa il grande rinnovamento che in questi ultimi anni sta caratterizzando il settore, sempre più a dimensione di giovani e non più solo appannaggio delle regioni blasonate. Se da una parte i protagonisti di questo ‘Rinascimento’ dell’olio extra vergine d’oliva italiano sono proprio i giovani olivicoltori, preparati, con un percorso di studi alle spalle e sempre più desiderosi di investire in agricoltura per valorizzare cultivar autoctone e sviluppo tecnologico, dall’altra, sono in aumento i territori che hanno intrapreso un percorso orientato al netto miglioramento qualitativo, dimostrando di saper competere con le più vocate zone olivicole d’Italia. E’ il caso del Lazio, che spicca come regione capofila per numero di etichette iscritte (47), davanti ad esempio all’Umbria, alla Puglia e alla Toscana che confermano comunque un’indiscussa qualità”.  

Non è da meno il livello degli assaggiatori che compone il panel della giuria: 17 giudici, guidati dal capo panel Angela Canale e scelti tra i soggetti iscritti nell’elenco di tecnici ed esperti degli oli di oliva vergine ed extravergine, in rappresentanza delle principali regioni olivicole italiane, che dal 3 al 6 aprile, presso la Camera di Commercio di Perugia, degusteranno gli oli in gara per selezionare la “top list 2018” delle migliori produzioni dello Stivale, in vista della premiazione che svelerà i vincitori delle due categorie, DOP/IGP e EXTRAVERGINE, nelle tipologie fruttato leggero, fruttato medio e fruttato intenso. A questi vanno aggiunti inoltre 4 premi speciali: Amphora Olearia, per la migliore confezione; Lekythos, alla personalità che si impegna nella diffusione della conoscenza dell’olio di qualità italiana in Italia e all’estero; Menzione Speciale Olio Extravergine Biologico, al prodotto, certificato biologico a norma di legge, che ottiene il punteggio più alto tra gli oli biologici finalisti;Premio “Il Coraggio di fare Nuove Imprese Agricole”, riservato alle aziende finaliste avviate nell’ultimo quinquennio.

Per il segretario generale di Unioncamere, Giuseppe Tripoli: “L’agroalimentare italiano, di cui l’olio extravergine è un prodotto di eccellenza, sta avendo delle performance straordinarie soprattutto all’estero, con un export che solo lo scorso anno è aumentato del 7%. E può crescere ulteriormente. Le Camere di Commercio stanno preparando le aziende che hanno le carte in regola per esportare ma che ancora non lo fanno, ad andare sui mercati esteri. Inoltre il cibo di qualità, insieme alle città storiche e alle opere d’arte, è un fattore importante di attrazione turistica per l’Italia. Per questo le aziende selezionate dal premio Ercole Olivario entreranno a far parte delle iniziative che stiamo mettendo a punto per fare crescere la presenza turistica, valorizzando i territori italiani e le loro eccellenze produttive”.

La competizione è riservata rigorosamente agli oli extravergine di oliva di qualità ottenuti da sole olive italiane, proprio con l’obiettivo di valorizzare un comparto che nel Belpaese conta oltre 1 milione di ettari di superficie, 825 mila aziende e circa 1 milione di addetti impegnati a vario titolo nella filiera, per una produzione che nella campagna olearia 2017/18, secondo le previsioni, dovrebbe arrivare a 370mila tonnellate, quasi il doppio rispetto all’ultima campagna, ma comunque al di sotto delle aspettative di piena carica auspicata alla vigilia della fioritura, dopo un inverno e una primavera che già avevano ridimensionato le attese.

E a proposito di attese, grazie alla collaborazione dell’ICE - Agenzia per la promozione all’estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane, 4 giornalisti/blogger provenienti dalla Russia si preparano a sbarcare a Perugia in occasione del rush finale dell’Ercole Olivario, mentre sono già in cantiere diverse iniziative sul mercato russo, a partire da quella del 7 giugno a Mosca, al fine di favorire la commercializzazione degli oli del concorso. Ciò a dimostrazione che la competizione non è soltanto un momento di confronto imprescindibile per tutti gli attori del comparto olivicolo nazionale, dalle istituzioni alle associazioni di categoria, dagli operatori al pubblico. Rappresenta anche una vetrina strategica per catalizzare oltreconfine l’attenzione verso uno degli asset più importanti dell’agricoltura made in Italy nel mondo, soprattutto nel 2018 anno del cibo italiano.

(nota:i numeri delle etichette iscritte sono da intendersi provvisori e non definitivi. Sono infatti in corso le valutazioni sui requisiti di partecipazione presentati al momento delle iscrizioni.)

Fonte: comunicato stampa MG Logos

 

FOCUS UMBRIA

L’origine dell’olivicoltura in Umbria è molto antica. I primi a praticare le coltivazioni furono gli Etruschi, mentre i Romani ne perfezionarono le tecniche; l’olio umbro, infatti, era considerato uno tra i più pregiati e veniva apprezzato nell’Urbe per le sue caratteristiche organolettiche, al punto da far sviluppare fiorenti rapporti commerciali aventi il Tevere come via preferenziale. Ma è solo nel 1830, seguendo l’invito di Papa Pio VIII, grazie a un grande aumento della coltivazione, che l’olivicoltura umbra raggiunse il massimo dell’espansione.

Sulla base delle dichiarazioni dei frantoi fornite ad Agea, a consuntivo della campagna 2016/2017, l’Ismea stima per l’Umbria una produzione di 4.398 tonnellate. La superficie olivetata regionale inoltre raggiunge i 27.064 ha, coinvolgendo attivamente 215 frantoi. L’olivo,sfidando un clima avverso e un terreno difficile, continua ad essere coltivato con grande sforzo e passione, valorizzando e caratterizzando il paesaggio; si tratta senz’altro della pianta che più si identifica con il territorio umbro.

Ambiente, varietà e professionalità degli olivicoltori e dei frantoiani, fanno così dell’extravergine umbro un prodotto unico al mondo. Olio che risulta essere sempre più l’elemento principe della semplice cucina di tradizione, condensandone ed esaltandone i sapori. L’olio DOP Umbria rappresenta in pieno la dieta mediterranea, fondendo la qualità al gusto, il cibo alla cultura e allo stile di vita.

La Denominazione di Origine Protetta Umbria, prima denominazione in Italia a coprire l’intera produzione oleicola regionale, nasce nel 1998 e comprende cinque menzioni geografiche: “Colli Amerini”, “Colli Assisi-Spoleto” (la più vocata), “Colli del Trasimeno”, “Colli Martani” e “Colli Orvietani”.

Le cultivar principali sono: Frantoio, Moraiolo, Leccino, Dolce Agogia, San Felice, Rajo; tra le varietà minori troviamo: Nostrale di Rigali, Borsciona, Morcona, Pendolino. L’olio extravergine di oliva DOP Umbria ha un colore che varia dal verde intenso al giallo dorato, il profumo è complesso ed elegante, con ampi sentori di erbe di campo, carciofo e cardo selvatico, con un’appagante nota balsamica e un perfetto equilibrio tra amaro e piccante. Le peculiarità specifiche delle differenti cultivar e le escursioni termiche, dovute al clima continentale presente in tutta la regione, rendono il DOP Umbria un olio ricco di sostanze fenoliche.

 

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