Green Economy: per uno sviluppo sostenibile dell'Umbria

A cura di Federico Fioravanti

La Green economy non è una scelta: è una necessità. Non una possibile opzione per il futuro ma il futuro stesso. Non solo una ipotesi di sviluppo dell'economia ma l'unica economia possibile. Una strada obbligata, che dobbiamo imparare a conoscere. Ce lo impone la situazione ambientale del pianeta. Lo confermano gli studi, le previsioni e le analisi  delle maggiori università del mondo.
Consumare di meno. Produrre meglio con minori costi.
La sfida  appare immensa. Locale e globale insieme: degli stati e dei governi ma anche di ogni cittadino. Una “rivoluzione culturale” che parte, prima di tutto, dai piccoli comportamenti di ogni giorno.
L'Umbria, secondo le ultime statistiche, è al 13 posto in Italia per quanto riguarda l'economia verde. Ben sotto la media nazionale. Ma secondo il programma economico della giunta guidata dalla presidente Marini, la Green economy dovrà essere il cardine delle linee di sviluppo della regione: dall’agricoltura alla applicazione tecnologica, dall'edilizia al manifatturiero, dalle fonti rinnovabili al risparmio energetico, dal turismo al ciclo dei rifiuti.
Lo sviluppo sostenibile dell'Umbria è stato il tema del primo forum pubblico del 2011 di “Obiettivo Impresa”, la rivista della Camera di Commercio di Perugia. Nel centro servizi camerale Alessi, ne hanno discusso, insieme a Giorgio Mencaroni, presidente della Camera di Commercio di Perugia e Federico Fioravanti, che ha moderato il dibattito, alcuni riconosciuti esperti della materia: Mauro Spagnolo, architetto e docente universitario, direttore di Rinnovabili.it; Mauro Basili, dirigente dell'Enea e consulente del Dintec; Francesca Regina, direttore dell'ufficio di Berlino della Camera di Commercio italiana per la Germania e Luigi Rossetti, coordinatore “Impresa e Lavoro” della Direzione Innovativa della Regione Umbria.
Un pubblico attento e partecipe. Molti gli spunti, i dati e le suggestioni emerse nel corso della discussione. Insieme ad una serie di proposte concrete. Come quella di uno sforzo collettivo per trasformare uno dei piccoli, splendidi borghi umbri in una città “carbon free”, ad emissioni zero. Quasi un biglietto da visita della qualità della vita dell'Umbria da mostrare al mondo.
Concordi le conclusioni. La Green economy mette l'Umbria di fronte ad uno specchio che mostra alcune storiche debolezze del sistema regionale. E impone scelte che non sono solo di competenza del mondo politico:la vitale necessità per le imprese di lavorare in rete, la qualità come bussola di ogni intervento, l'innovazione e la ricerca come metodo, l'università che va vissuta come una preziosa risorsa collettiva da difendere e sviluppare.

 

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